L’ambizione di volare
Commento di Marco Lorenzoni, Direttore Prima Pagina Chiusi.
Figure allungate che ricordano l’Ombra della sera, la famosa statuetta etrusca custodita nel museo di Volterra… uomini che si arrampicano fino in cielo su scale quasi senza fine, e qui vengono in mente i Led Zeppelin di Stairway to Heaven… uomini che inseguono aquiloni che pur essendo di ferro si librano leggeri tra nuvole fitte come i pensieri, le note musicali o altri oggetti su pentagrammi, o rami d’albero che richiamano le forme cadenti, sgocciolanti di Dalì…
Naturalmente si possono fare numerosi riferimenti ma non per questo le opere di Giorgio Bronco sono meno originali. Anzi, hanno tutte un timbro particolare che le rende riconoscibili. E apprezzabilissime, anche all’occhio di un osservatore che non sia un critico d’arte.
Tutte suscitano, alla vista, emozioni, pensieri lunghi… evocano vento che faccia volare gli aquiloni e porti speranza e magari quel pensiero lungo che manca allo società attuale, alla politica, alla cultura, troppo immerse in un presente senza ideologia, ma anche senza idee, nuove o vecchie che siano. Una società che non è memoria e non è futuro, che si barcamena tra uno slogan e l’altro, in un eterno presente legato più all’apparire che all’essere.
Ecco, le figure di Giorgio Bronco hanno l’ambizione di volare… di salire tra le nuvole, forse per vedere se da lassù si capisce meglio cosa sta succedendo…